Nuie vulimme ‘na speranza – Hope is all we need

La prima volta arrivai al Don Muang, mi piaceva quell’aria decadente e anni 70. Una folata di caldo, umidità e sudore quasi mi stordì mentre mi avviavo a ritirare i bagagli su quei rulli sotto le scale. Avevo negli occhi le scene di Fuga di Mezzanotte e mi sentivo pure io in quel film, anche se era stato girato in Turchia.

Un amico in un bar prima di partire mi aveva detto testuale: “Vai in Thailandia ? Ma tu sei pazzo, quello è un viaggio maledetto”. Azz !

Arrivato in centro seguì alla lettera le istruzioni: prenditi un tuk tuk e fatti portare in un massaggio, all’epoca il Monalisa

Presi il tuk tuk e non riuscivo a respirare, c’era un traffico pazzesco, mi feci lasciare per strada ed andai a Khao San Road. Un tipo mi sorrise e mi chiese “scusa mi puoi dare qualche spicciolo ?”. Stava tutto fatto.

A Khao San Road conobbi una ragazza, faceva la puttana, ma io non l’avevo capito

Le chiesi di farmi da guida, di trovarmi un albergo, di portarmi a mangiare, insomma di farmi da balia

Mi portò al Bayoke Hotel, un hotel molto lussuoso, la camera costava 60 dollari a notte e ti sentivi un signore

Lei mi disse che però non potevamo salire insieme in camera.

Io non le chiesi il perchè.

Era molto dolce, aveva come una speranza negli occhi

Dopo due giorni arrivarono altri amici e mi dissero che ero un pazzo a stare in un albergo così costoso

Ci spostammo in una una stamberga a Khao San Road, pagavamo tipo 5 dollari a notte

Lei ci rimase malissimo

Base aerea di Takhli 1974

Poi non ricordo più perché, ma partimmo per Kuala Lumpur, mi sentivo male solo all’idea di lasciarla. Ma lo feci. Ero in Asia da pochi giorni e subito mi esibii nel classico addio al Don Muang con tanto di fiori e lacrime.

I miei compagni di viaggio non hanno mai smesso di prendermi per il culo.

Mi regalò un carillon, e mi disse di pensare a lei ogni volta che lo sentivo suonare.

Questa cosa del carillon l’ho sentita poi raccontare molte altre volte, si deve essere sparsa la voce.

Un americano tranquillo, Filomena Marturano: ci hanno scritto delle storie bellissime.

A Kuala Lumpur capitammo in un albergo molto pittoresco, nei sotterranei c’erano delle signore che facevano i massaggi. Signore nel senso che erano più tosto (?) avanti con gli anni

Mi stesi su di un lettino scarno e freddo, era tipo di metallo, e al buio, in due, mi fecero il più grande massaggio della mia vita

Chiamai mia madre in Italia, mi disse di stare attento e si raccomandò di non bere l’acqua dal rubinetto.

Stavano costruendo le torri, non sapevo niente della Malesia, mi facevano paura i cartelli che mi ricordavano di non drogarmi: c’era la pena di morte.

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Una risposta a Nuie vulimme ‘na speranza – Hope is all we need

  1. Anonimo ha detto:

    pepsisamui, thanks so much for the post.Much thanks again. Really Cool.

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